Ingegneria del Marciume

blog di un laureato in scienze della pace

Alla base della teologia e del catechismo cattolico c’è il concetto del “libero arbitrio”: la possibilità per l’uomo di scegliere nella sua vita tra il bene e il male; a livello teologico questo si declina nel credere o non credere in Dio con tutto quello che ne consegue.
La scelta è quindi ciò che caratterizza la vita di un uomo.
La possibilità di fare una scelta: credere o non credere. L’uomo, nella vita dopo la morte, si prenderà la responsabilità della propria scelta.

In questa ottica, per la Chiesa Cattolica, una nuova manifestazione terrena di Dio non sarebbe possibile. Se Dio si manifestasse fisicamente all’uomo questo sarebbe privato della sua possibilità di scegliere. Se Dio fosse visibile e tangibile l’uomo non potrebbe più decidere se credere oppure no. Perderebbe per sempre la sua libertà e non ci sarebbe più un concetto di Fede in senso lato.

Da questo semplice concetto parte Blasphemous. The Game Kitchen ha creato un mondo ‘blasfemo’ in cui la manifestazione del Dio creatore, chiamata il Miracolo, si è mostrata agli uomini. Annullando la fede, cancellando la loro libertà, legandoli ad una distorta vita di devozione.

In maniera del tutto randomica (o imperscrutabile) questa entità divina punisce alcune persone con deformità, maledizioni o altre forme di sofferenza. Parimenti, ad altre invece dona abilità straordinarie e quasi sovrumane.

Il risultato è Cvstodia: un mondo (un sogno?) in cui la religione è il fulcro della società, in cui la Chiesa controlla ogni aspetto etico-morale ma soprattutto politico del paese. Un mondo che si basa, per i poveri diavoli reietti come noi, sul pregare la Divinità e sull’ubbidire ai dettami santi della Chiesa e del Papa.

La popolazione di Cvstodia però gode e gioisce dei propri dolore perché è il viverle che porterà loro la redenzione agli occhi del Miracolo che farà finire le sofferenze stesse. Un circolo vizioso destinato a non finire mai in cui tutti (o quasi) accettano ciò che hanno ricevuto, nel bene e nel male.

Ma la sofferenza di questo mondo è qualcosa di peggio: è mentale e fisica, in tutte le sue forme. Corpi dilaniati, deformati, destinati a patire costantemente a causa di peccati di cui non si ha conoscenza. L’unica cosa che resta da fare è pregare. Pregare e supplicare per il perdono. Per cosa? non si sa, ma se abbiamo subito tutto questo è perchè non abbiamo seguito la volontà del Miracolo.

Il dolore e la colpa sono quindi la moneta di scambio con la divinità per ottenere il perdono e quindi far finire le sofferenze.

In questo mondo, ispirandosi all’arte prevalentemente cattolica, vediamo i santi e le iconografie che abbiamo studiato a scuola diventare tristi personaggi che popolano Cvstodia.
Il Giovanni Battista Pamphilj di Velázquez, il Cristo della Pietà di Michelangiolo, il San Sebastiano di Rubens, tutti che cercano la salvezza in ogni modo e che subiscono i doni del Miracolo.

I mob, gli npc e il penitente stesso rispecchiano la crudezza del mondo di Cvstodia; nel game design gli sviluppatori sono riusciti a ricreare perfettamente l’angoscia e la lo spirito dark che riempe la lore e la storia del titolo. Un connubio perfetto che intriga e fa venire voglia di scoprire cosa è successo e cosa succederà a questo mondo malnato.

Di conseguenza il platoforming è feroce ed estremamente punitivo e riflette la la durezza del mondo: cadere in un burrone provoca la morte, cadere sugli spunzoni provoca la morte. Qui gli errori si pagano cari ma senza mai raggiungere quel limite di frustrazione che fa venir voglia di ragequittare (e chi mi conosce sa che faccio presto ad arrivare a quel punto).

A livello di gameplay Blasphemous non aggiunge niente di nuovo o di particolarmente originale. Le classiche abilità che si ottengono nei metroidvania sono oggetti facoltativi che si possono reperire tramite quest o puzzle. I grani di rosario sono sempre oggetti che donano dei surplus e che si possono equipaggiare in numero limitato dando la sensazione di creare delle build che però vere build non sono visto che gli effetti che si ottengono influiscono appena su delle statistiche, ma non donano niente di essenzialmente rilevante.

Il combattimento è semplice ma funzionale: attacco, schivata, plunge attack e parry.
Peccato che il sistema sia poco approfondito. Ogni bossfight è diversa dalle altre e necessita di una strategia precisa per essere completata. Non si riesce quindi a sviluppare un proprio stile di combattimento: una volta individuato il metodo giusto si usa quello e basta.

Certo le magie aiutano a dare freschezza ma purtroppo se ne può selezionare solo una alla volta, e chi, come me, preferisce andarci di melee non ha questa grande varietà. I combattimenti sono comunque ben bilanciati e non frustranti come spesso accade, le bossfight invece sono sufficientemente punitive: non c’è molto margine per errori ma si riescono a gestire bene con un po’ di try.
E’ un vero peccato perché le potenzialità ci sono tutte, bastava che i boss fossero studiati a livello di gameplay come è stato fatto a livello di concept visuale e avremmo avuto un combat system molto più piacevole e goloso.

Le animazioni del Penitente non sono sempre fluidissime: non mi riferisco tanto al plunge attack che ha volutamente un ritardo nella sua esecuzione, ma gli attacchi, i salti, le magie sembran sempre che arrivino un attimo in ritardo soprattutto quando si lanciano comandi che non vengono presi perchè l’animazione precedente non è ancora terminata. Insomma mancha quella fluidità e quella responsività ai comandi che da un gioco action 2D mi aspetterei, .

Niente di grave per fortuna che dopo poco ci si abitua e si entra facilmente nello schema di gioco (certo se si è abituati a hollow knight ci sarà bisogno di più tempo per adattarci )

Il gioco è molto molto grande, conta 3 finali differenti (il “vero” finale aggiunto con l’ultimo DLC molto difficile da raggoungere) ed è pieno di collezionabili che allungano la vita ai platinatori seriali.
I 3 DLC gratuiti poi sono un plus non da poco: oltre al già citato “vero finale” aggiungoo nuovi boss (realizzati meglio di quelli base) e quest alcune sbloccabili solo in NG+, insomma un bell’incentivo a rigiocare il gioco.
L’NG+ inoltre è in 3 modalità differenti: i nemici sono ovviamente molto più forti e si può selezionare una “penitenza” ovvero un insieme di malus che rendono la nuova run molto più difficile. E’ interessante che le tre penitenze selezionabili ti costringano a cambiare radicalmente lo stile di gioco, obbligando ad effettuare solo alcune azioni e proibendotene altre (non entro nel dettaglio per non fare troppo spoiler).
Molto, molto piacevole come idea che rende il nuovo gioco un’esperienza completamente differente dalla precedente.

Blasphemous è quindi un gran bel gioco.
Ti attrae con la lore e con l’ambientazione (ben raccontate anche se criptiche in tipico stile dark souls), ti trattiene con le costanti sfide di varia difficoltà e ti prende a pugni in faccia lasciandoti un un vicolo buio (di Albero) a godere del gioco e dei “doni del Miracolo”.
Gli amanti degli action 2D (e dei metroidvania) sicuramente si divertiranno, sempre che abbiano lo stomaco abbastanza forte da reggere alcune scene inquietanti e l’atmosfera pesante di Cvstodia.

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